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Malattie mitocondriali, la fecondazione assistita impedisce di ereditarle

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“Per noi che abbiamo un problema in casa perché la persona affetta magari è nostro figlio o un parente vicino, abbiamo necessità di risposte veloci”, Piero Santantonio, fondatore Mitocon.

Sostituire i mitocondri mutati, organelli microscopici presenti all’interno delle cellule, con mitocondri provenienti da un donatore. È questa la soluzione per evitare la trasmissione delle patologie genetiche rare causate da alterazioni del DNA mitocondriale.

Si tratta di malattie che possono sfociare in disabilità intellettiva ma anche in sordità e cecità. Per questo chi è portatore delle mutazioni, se vuole diventare genitore, deve prevenire la possibilità di far ereditare la patologia alla propria prole. La fecondazione assistita, già utilizzata a questo scopo in Inghilterra, permette di prevenire la trasmissione della mutazione all’embrione.

Per questo Mitocon, associazione nata da un gruppo di genitori di bambini affetti dalla mutazione mitocondriale, chiede al Parlamento che la fecondazione assistita, che permette la donazione di DNA mitocondriale, sia sostenuta con una normativa ad hoc e che dei fondi per un progetto pilota siano sbloccati.

Daniela Zuccarello, genetista dell’Università di Padova, ha dichiarato ad Askanews: “Al momento non esiste una cura per queste condizioni che sono quindi definite rare e incurabili. Un possibile trattamento per ovviare la trasmissione delle malattie del DNA mitocondriale è quella di utilizzare delle tecniche di fecondazione assistita in cui non potendo curare la singola mutazione andiamo a sostituire i mitocondri che sono mutati con mitocondri provenienti da una donatrice anonima. Questo ci consente di ottenere un embrione di un individuo che nascerà senza la malattia genetica.”

Piero Santantonio, fondatore Mitocon: “Per noi che abbiamo un problema in casa perché la persona affetta magari è nostro figlio o un parente vicino, abbiamo necessità di risposte veloci. Abbiamo ricevuto un grande sostegno dagli interlocutori istituzionali che abbiamo incontrato, adesso bisogna andare sul concreto e ricevere velocemente una risposta.”

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