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13 Febbraio 2020Nel 2019 è stato registrato il livello più basso di «ricambio naturale» degli ultimi 102 anni. A fronte di 435 mila nati vivi, sono stati infatti registrati 647 mila decessi. Il numero medio di figli per donna è di 1,29, mentre è di 32,1 anni l’età media al parto. Lo rende noto l’Istat nell’annuale rapporto sugli indicatori demografici.
Crolla la popolazione
Continua a diminuire la popolazione: al primo gennaio 2020 i residenti ammontano a 60 milioni 317 mila, 116 mila in meno su base annua. Del resto, è aumentato il divario tra nascite e decessi: per 100 persone decedute arrivano soltanto 67 bambini (dieci anni fa erano 96). E’ il quinto anno consecutivo che il Paese registra un calo dei residenti, nonostante il saldo migratorio con l’estero risulti ancora positivo: nel 2019 per 143 mila unità (dato dalla differenza tra 307 mila nuove iscrizioni e 164 mila cancellazioni).
Speranza di vita aumentata di un mese
La speranza di vita alla nascita per le donne è di 85,3 anni, mentre è di 81 anni quella per gli uomini. Per gli uni come per le altre l’incremento sul 2018 è pari a 0,1 decimi di anno, corrispondente a un mese di vita in più. Si alza anche l’età media della popolazione: 45,7 anni al primo gennaio 2020.
Poche nascite soprattutto al Sud
Il calo della popolazione si concentra prevalentemente nel Mezzogiorno (-6,3 per mille) e in misura inferiore nel Centro (-2,2 per mille). Al contrario, rileva l’Istat, prosegue il processo di crescita della popolazione nel Nord (+1,4 per mille). Lo sviluppo demografico più importante si è registrato nelle Province autonome di Bolzano e Trento, rispettivamente con tassi di variazione pari a +5 e +3,6 per mille. Rilevante anche l’incremento di popolazione osservato in Lombardia (+3,4 per mille) ed Emilia-Romagna (+2,8).
Calano gli stranieri
Calano gli ingressi di stranieri in Italia: l’anno scorso sono stati 25 mila in meno rispetto al 2018 e 34 mila in meno sul 2017. La quota di popolazione straniera sul totale è dell’8,9%. Nel flusso con l’estero, il ruolo del leone lo giocano gli italiani. Quelli che vanno a vivere fuori dai confini nazionali sono superiori a quelli che rientrano. Dunque, il saldo migratorio degli italiani è negativo per 77 mila unità, mentre quello degli stranieri è positivo per 220 mila unità.
Articolo di Corriere.it