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La storia di Sofia contro i pregiudizi: “Io nata con la procreazione assistita. Coppie, dite la verità ai vostri figli”

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Il messaggio della studentessa nata a Firenze nel 2002 con le tecniche di fecondazione assistita omologa “Sono favorevole alla crioconservazione di gameti e ovuli, utile a chi deve affrontare terapie aggressive”.

“Alla fine la volontà di avere un figlio e una famiglia, e la certezza di amare quell’essere che, cercato con tanta sofferenza, arriverà, prevale su tutto”. Sofia è una studentessa di Medicina: è nata 21 anni fa grazie alla procreazione medicalmente assistita (Pma) omologa e per lei le tecniche che hanno reso possibile la sua nascita, e quella della sorella gemella, rappresentano una “grandissima opportunità”.

Per questo, afferma all’Ansa “oggi mi sento di lottare contro ogni forma di pregiudizio”. “Io e mia sorella gemella siamo nate a Firenze nel 2002 con la tecniche di Fecondazione assistita omologa”. Sofia è nata con la fecondazione assistita omologa, già possibile in Italia prima dell’entrata in vigore della legge 40/2004 che regola la Pma: “Sono nata prima della legge, ma penso che sia giusto che ci siano delle norme precise che regolano questo settore”. Norme, ma non divieti o “pregiudizi”. “Oggi in Italia è possibile effettuare anche la Pma eterologa ed io sono favorevole. Sempre con delle regole, credo sia giusto dare a ogni coppia la possibilità di avere dei figli. La Pma non è ancora possibile nel nostro Paese per single o coppie omosessuali, tuttavia credo che quando c’è l’amore e la volontà di mettere al mondo un bambino da amare ogni pregiudizio vada superato. In questa ottica, condivido anche la cosiddetta gestazione per terzi. Cosi come sono favorevole – afferma – alla crioconservazione di gameti e ovuli, molto utile per chi deve affrontare terapie aggressive”. Raccontando poi la sua esperienza personale. Sofia dice di aver vissuto la sua storia con “grande leggerezza e naturalezza” sin dall’inizio.

“Da piccolissima, i miei genitori hanno spiegato a me e mia sorella come eravamo venute al mondo. Per questo, è stato normale e non mi sono mai sentita particolarmente segnata. Crescendo e raccontando la mia storia alle amiche, ho visto stupore e curiosità e solo allora mi sono resa conto che per alcuni la Pma rappresenta qualcosa di strano, ma non ho mai ricevuto commenti negativi nè mi sono sentita mai a disagio”. Alle coppie che intraprendono questo percorso, Sofia lancia un messaggio: “Dire la verità ai figli sin da subito è la cosa migliore, rispondendo ad ogni dubbio o timore in modo naturale”.

FONTE https://www.lanazione.it/