L’intenzione era di usare la laparoscopia per raccogliere gli ovuli dalle ovaie, fecondarle in vitro e posizionare gli embrioni nell’utero, superando il problema delle tube di Falloppio bloccate, una delle principali cause di infertilità. Fu da allora che la fecondazione in vitro è stata adattata per trattare la maggior parte delle forme di infertilità. Tuttavia, dal momento che all’epoca si sapeva poco dell’embriologia umana o di come mantenere gli embrioni, le ricerche del duo provocò un’indignazione morale generale. Ragione per cui i finanziamenti per la ricerca venivano spesso rifiutati.
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Medicina rigenerativa e fecondazione assistita: si può migliorare la qualità ovocitaria?
4 Dicembre 2024Joy su Netflix: nel film la fecondazione in vitro e l’intuizione di Jean Purdy, l’infermiera e embriologa britannica la cui opera pionieristica infonde ancora oggi speranza alle coppie infertili
Se ogni istante della nostra esistenza possiamo affermare che la vita è un miracolo e anche grazie quella straordinaria conquista medico-scientifica che corrisponde al nome di fecondazione in vitro (IVF). Era il 25 luglio 1978 quando venne al mondo Louise Joy Brown, la prima “bambina in provetta” della storia, un’anima che vide la luce grazie a un decennio di straordinarie ricerche di chirurghi, scienziati ed embriologi. E fu proprio un’embriologa e infermiera, Jean Purdy, colei che in modo pioneristico riuscì a dare un grande impulso alla prima procreazione medica assistita.
La sua storia – che ancora oggi continua ad abbracciare, illuminare e a far sognare una sempre più sostanziosa percentuale di coppie alle prese con problemi di infertilità – è al centro di Joy, il film britannico diretto da Ben Taylor, – dal 22 novembre su Netflix – che mostra, attraverso il suo stesso punto di vista, le gesta della Purdy (magnificamente interpretata da Thomasin McKenzie) e dei suoi due collaboratori, lo scienziato Robert Edwards (James Norton) e il chirurgo Patrick Steptoe (Bill Nighy). Furono questi tre visionari anticonformisti a dimostrare al mondo intero il potere della perseveranza e le meraviglie della scienza.
Joy su Netflix inizia nel 1968
Nella sua vita Jean Purdy ha visto concepire oltre 500 bambini dopo una fecondazione in vitro di successo presso la Bourn Hall di Cambridge, la prima clinica di fecondazione in vitro al mondo. Un numero nato dalla sua perseveranza e soprattutto da una innovativa visione di futuro, legata al progresso e soprattutto a un fortissimo desiderio di vita. Un sogno nato nel 1968, quando Jean aveva 23 anni ed era una già qualificata infermiera. Fu in quell’anno – simbolico, di rivolta, di lotta – che la Purdy fece domanda per un posto come assistente di ricerca con Robert (Bob) Edwards al Cambridge University Physiological Laboratory. Edwards, che di lì a poco avrebbe prodotto con successo la prima blastocisti umana, un embrione di 8 cellule, fuori dal corpo, aveva all’epoca avviato una collaborazione con il ginecologo Patrick Steptoe per introdurre la laparoscopia nel Regno Unito, ovvero un precursore della chirurgia mininvasiva.