Appello della Corte costituzionale al legislatore: è urgente garantire piena tutela ai nati in una coppia di donne mediante fecondazione eterologa. Con un’altra pronuncia, i giudici hanno chiesto al legislatore, fermo restano il divieto di maternità surrogata, di «trovare forme più adeguate di tutela del bambino nato all’estero con la tecnica della maternità surrogata»
Urgente garantire piena tutela ai nati in una coppia di donne mediante fecondazione eterologa. «La Corte costituzionale, riunita oggi in camera di consiglio, ha esaminato la questione del riconoscimento dello status di figli per i nati mediante tecnica di procreazione medicalmente assistita eterologa, praticata all’estero da due donne», si legge in una nota della Consulta. «In assenza di una disciplina applicabile al caso concreto, la Corte ha ritenuto, allo stato, di non intervenire ed ha rivolto un forte monito al legislatore affinché individui urgentemente le forme più idonee di tutela dei minori, anche alla luce delle fonti internazionali ed europee». Il Tribunale di Padova, nel sollevare la questione di costituzionalità, «ha riscontrato un vuoto di tutela in presenza di una situazione conflittuale della coppia, che rendeva, tra l’altro, impraticabile il ricorso all’“adozione non legittimante”. In attesa del deposito della sentenza, l’Ufficio stampa della Corte fa sapere che la questione è stata dichiarata inammissibile.
Una seconda pronuncia della Corte, ha riguardato ancora la tutela dei figli. Il legislatore, dice la Consulta, «dovrà trovare forme più adeguate di tutela del bambino nato all’estero con la tecnica della maternità surrogata». «La Corte costituzionale, riunita oggi in camera di consiglio, ha esaminato le questioni di legittimità sollevate dalla Cassazione sull’impossibilità di riconoscere in Italia, perché in contrasto con l’ordine pubblico, un provvedimento giudiziario straniero che attribuisce lo stato di genitori a due uomini italiani uniti civilmente, che abbiano fatto ricorso alla tecnica della maternità surrogata». «La Corte, fermo restando il divieto penalmente sanzionato di maternità surrogata, ha ritenuto che l’attuale quadro giuridico non assicuri piena tutela agli interessi del bambino nato con questa tecnica. Poiché, a questo fine, sono prospettabili differenti soluzioni, la Corte ha ritenuto, allo stato, di non poter intervenire, nel doveroso rispetto della discrezionalità legislativa, ma ha anche affermato la necessità di un intervento del legislatore»
Fonte www.italiaoggi.it