Intelligenza artificiale e cellule staminali per trattare l’infertilità
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26 Novembre 2019Molto abilmente la notizia era stata offuscata da una nota stampa emessa dalla stessa Consulta il 22 ottobre, giorno precedente all’emanazione della sentenza n. 221. In tale comunicato la Corte informava di aver rigettato come «inammissibile per difetto di motivazione» la questione sollevata dal tribunale di Pisa relativamente all’atto di nascita di un bambino con due madri. Un bimbo nato in Italia, ma che ha acquisito la nazionalità Usa dalla madre gestazionale. La differenza tra le due vicende è nettissima: sull’eccezione del tribunale di Pisa, la Consulta non è entrata nel merito. Lo ha fatto invece sulle questioni sollevate dai tribunali di Pordenone e Bolzano. E ha stabilito che la famiglia è solo quella prevista dall’articolo 29 della Costituzione, cioè «la società naturale fondata sul matrimonio».
Dalla Consulta sentenza “rivoluzionaria”
La sentenza n. 221 ha portata rivoluzionaria perché mette al centro i diritti del nascituro e non la pretesa di una coppia omosessuale di ottenere per legge quel che la natura non consente: la procreazione. Un vero ribaltamento della prospettiva. La Consulta ha infatti rilevato che è giusta la preoccupazione del legislatore, a fronte delle nuove tecniche procreative, di garantire il rispetto delle condizioni ritenute migliori per lo sviluppo della personalità del nascituro. Significa che in linea di principio una coppia eterosessuale rappresenta il “luogo” più idoneo per accogliere e crescere il nuovo nato. E tutto questo a prescindere dalla capacità della coppia omosessuale di svolgere validamente anch’essa le funzioni genitoriali.
(Articolo pubblicato su secoloditalia.it)