
Heather Parisi e il marito Umberto contro Paolo Brosio: “I figli sono un dono di Dio”
26 Novembre 2019
Procreazione, per la Consulta le coppie gay non sono famiglia. Qualcuno lo dica alla Cirinnà
26 Novembre 2019La vita delle persone si è allungata e i 40 anni non rappresentano più la fine della giovinezza, ma un nuovo traguardo di maturità da cui ripartire e, spesso, il momento in cui si inizia a pensare alla genitorialità. Tuttavia, dal punto di vista biologico, la capacità riproduttiva, soprattutto nelle donne, raggiunge il massimo picco intorno ai 20 anni e comincia a diminuire al trascorrere dei 30 con un declino che si registra dopo i 35 anni.
Non per nulla, secondo l’ultima relazione del ministero della Salute al Parlamento sullo stato di attuazione della Legge 40/2004, l’età media delle donne che si sottopongono a tecniche di procreazione medicalmente assistita omologa è di quasi 37 anni, mentre sale a oltre 42 in caso di donazione di ovociti.
La potenzialità dell’Intelligenza artificiale (AI) è legata al fatto che tanto maggiore è la base di dati che vengono analizzati, tanto maggiore è la capacità di previsione del modello, che arriva anche a sviluppare sistemi di autoapprendimento superiori agli strumenti predittivi realizzati “a priori”. Inoltre, l’AI è in grado di interpretare alcuni elementi totalmente ignorati o trascurati dall’operatore umano. Nel caso di embrioni umani, per esempio, potrebbe sviluppare un modello predittivo della capacità di impianto basato su caratteristiche morfologiche ancora sconosciute o non percepite come importanti, invece del tradizionale rapporto tra stadio di sviluppo e tempo relativo.
Al centro del Preceptorship Merck anche l’utilizzo delle cellule staminali nella lotta all’infertilità: «Finora – ricorda Francesca Klinger, del Dipartimento di Biomedicina e prevenzione all’Università di Roma Tor Vergata – gli studi hanno evidenziato come le cellule staminali svolgano la loro capacità rigenerativa non differenziandosi direttamente in ovociti, ma impattando positivamente sull’ambiente circostante. Proprio per questa ragione – spiega – presso i nostri laboratori a Tor Vergata stiamo valutando su modello murino la possibilità di procedere a trapianto di cellule staminali da tessuto adiposo o dei fattori da esse rilasciati invece che praticare un’infusione a livello ovarico come realizzato in Spagna».
Molto importanti sono l’aspetto emotivo e il ruolo del ginecologo, che deve essere preparato anche a supportare i pazienti dal punto di vista emozionale. Proprio a questa necessità intende rispondere lo Human Virtual System (HVS), metodologia sviluppata nell’ambito della formazione esperienziale rivolta ai medici, protagonista nel corso del Preceptorship Merck: un simulatore di situazioni cliniche in cui i medici possono applicare e “allenare” le proprie conoscenze, relazionandosi in real-time con un Avatar digitale.