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Procreazione Medicalmente Assistita: tutto quello che c’è da sapere sugli aiuti del SSN

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La PMA, Procreazione Medicalmente Assistita, è di supporto alle coppie che riscontrano problemi di fertilità o sterilità. L’11 dicembre 2020 è stato approvato l’emendamento dell’Onorevole Stefania Mammì con il quale sono stati stanziati 15 milioni di euro, 5 milioni per ciascuno anno, dal 2021 al 2023, a favore della PMA.

Questi fondi monitorati dal Ministero della Salute mirano a supportare le coppie, residenti nelle regioni prive dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza). Attualmente la situazione nelle regioni italiane presenta un quadro complesso: non sono, infatti, garantite in ogni regione le tecniche necessarie per svolgere i 3 livelli su cui si basa la PMA. Questo disagio comporta lo spostamento regionale per affrontare i differenti cicli, secondo le criticità della coppia.

In questo quadro complesso il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) è di supporto per le pratiche della PMA. La coppia provvede a pagare solo il ticket se si rivolge a un centro pubblico o a un privato convenzionato. Il ticket varia a livello regionale fino a 500 euro e con un massimo di 4 cicli convenzionati dal SSN, come ad esempio nel caso della Toscana.

La PMA, come funziona e dove viene svolta

La Procreazione Medicalmente Assistita offre un aiuto alla fecondazione in modo artificiale laddove per motivi di salute, o per certificata infertilità, non sia possibile procreare in modo naturale.

Grazie all’emendamento dell’Onorevole Mammì, le persone residenti in regioni prive dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) hanno la possibilità di accedere a questi interventi. Si tratta di fondi regolati dal Ministero della Salute, ma non corrispondenti a una tariffa omogenea a livello nazionale, variando a livello regionale.

Un passo avanti è arrivato a maggio con l’approvazione della proposta del Prof. Luca Mencaglia, non entrata tuttavia ancora in vigore, che vuole mettere in campo l’uniformità su tutto il territorio di tariffe e cicli. Con questa iniziativa si desidera rendere gli interventi accessibili a livello nazionale, abolendo le differenze di costi, di limite anagrafico e del numero di cicli convenzionati dal SSN.

La PMA è a carico del Servizio Sanitario Nazionale

331, il numero di centri abilitati alla PMA sparsi sul territorio italiano, tra privati, privati convenzionati, e pubblici con differenti livelli, visibili presso Il Registro Nazionale Procreazione Medicalmente Assistita.

Allo stato attuale, ogni regione decide autonomamente il ticket necessario da far pagare, in primo step, per poi accedere ai differenti livelli della Procreazione Medicalmente Assistita, in base al caso specifico di ogni famiglia. Nei centri pubblici le famiglie pagano solo il ticket:  le tecniche sono a carico del Servizio Nazionale Sanitario e non sono presenti vincoli d’età e di cicli ammissibili salvo nei casi specifici della coppia. Anche nei centri privati convenzionati le famiglie pagano solo il ticket. Nei centri privati i costi sono a carico della coppia, le uniche spese a carico del Servizio Sanitario Nazionale sono quelle relative ai farmaci.

PMA, i dati positivi in Italia

In Italia le coppie che si rivolgono alle tecniche della Procreazione Medicalmente Assistita sono tante. I dati sono incoraggianti come riporta la Relazione del Ministero della Salute al Parlamento nello statuto di attuazione della legge, contenente norme in materia della PMA risalenti all’anno 2021.

Sono 14.162 i bambini nati lo scorso anno grazie alla Procreazione Medicalmente Assistita –  questo indica un +3,4% di nascite rispetto al 2019 (420.084 nati vivi) – 78.618 le coppie trattate e 99.062 i cicli effettuati.

Articolo pubblicato su www.buonenotizie.it

Foto www.tantasalute.it