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Procreazione assistita, con l’Ai si aprono nuovi scenari

Pipette dropping a sample in a test tube. Laboratory assistant analyzing blood in lab. Aids, hiv test.

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L’intelligenza artificiale (Ai) apre nuovi scenari per la Procreazione medicalmente assistita (Pma).

Grazie alle reti neurali artificiali si possono infatti identificare gli embrioni che, sebbene mostrino una buona morfologia, hanno una bassa probabilità di impianto. Questo quanto emerge dallo studio “Analisi delle dinamiche morfologiche dei blatocisti” condotto da Marcos Meseguer, supervisore scientifico ed embrologo dei centri di Pma IVI Valencia e presentato al 10/mo congresso internazionale Ivirma sulla medicina della riproduzione, che si è svolto nei giorni scorsi a Malaga.

In particolare sono stati analizzati 511 blatocisti (gli embrioni dopo 5-6 giorni dalla fecondazione) devitrificate, procedura che precede l’impianto in utero.
“Stiamo lavorando su un algoritmo di Ai che studia il comportamento dell’embrione dalla devitrificazione al trasferimento, che dura circa 4 ore – commenta Meseguer – pertanto, l’Ai ci mostra che un embrione che inizia la sua espansione precocemente ed esegue questo processo rapidamente, acquisendo una superficie superiore a 0,14 millimetri quadrati, può impiantarsi fino al 30% in più di un embrione che si espande più lentamente durante quelle prime 4 ore di vita”. Oltre il 60% delle blastocisti riespanse, aggiunge l’esperto, “è stato impiantato con successo, rispetto al 6% di quelli che non si sono ri-espansi dopo la devitrificazione”.

 

ARTICOLO PUBBLICATO SU https://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/