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Pma, in Francia per tutte le donne? Oggi la legge al Senato

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Eterosessuali, single e coppie lesbiche potranno accedere alle tecniche di fecondazione assistita con copertura a carico della sanità pubblica

ROMA – Procreazione medicalmente assistita per tutte le donne, senza discrimine alcuno. Eterosessuali, single e coppie lesbiche potranno accedere alle tecniche di fecondazione assistita con copertura a carico della sanità pubblica. È questa la rivoluzione bioetica targata Emmanuel Macron, che dopo l’approvazione dell’Assemblea nazionale francese in data 24 settembre, sbarca oggi al vaglio del Senato.

Il progetto di legge, di cui si parla ormai da diversi mesi, non è stato accolto da tutti alla stessa maniera. A Parigi sono scese in piazza circa 26.000 persone per esprimere il loro dissenso con voce univoca: “Pma sans pére” (Pma senza papà).

Ma in realtà, cos’è che cambierebbe in termini di diritti in Francia? In primis, come già accennato, “una coppia di donne potrebbe richiedere la donazione di sperma, attualmente riservata alle sole coppie eterosessuali infertili“. Però, riporta Le Monde, “affinché venga stabilita la parentela, le due donne, sposate o meno, dovrebbero produrre un ‘riconoscimento congiunto precoce’ del nascituro”, previo inizio della pratica di Pma. Una donna single, poi, qualora la riforma venisse approvata, “potrebbe beneficiare di Pma con donatore terzo, richiedendo una donazione di sperma, e i costi verrebbero rimborsati dalla previdenza sociale”.

E ancora, le modifiche toccherebbero l’autoconservazione degli ovociti. Attualmente la legislazione francese consente “la conservazione solo per motivi medici o, con determinate condizioni, per una donna” che è già donatrice degli stessi. Se si procedesse con la riforma, invece, “una donna o un uomo potrebbero ricorrere alla conservazione dei propri gameti per effettuare successivamente Pma- scrive Le Monde- con costo dell’autoconservazione a proprio carico”.

Tra le modifiche si apre anche un piccolo dibattito su privacy e dati personali. La nuova legge prevede, difatti, che i bambini nati da donazione di gamete possano accedere una volta maggiorenni alle informazioni riguardanti l’identità del donatore. “Dal momento in cui un donatore desidera effettuare una donazione deve accettare che la sua identità venga rivelata al bambino quando avrà 18 anni”, mentre prima “la donazione era soggetta al principio dell’anonimato“. Infine, novità anche per una coppia in cui entrambi hanno problemi di fertilità. Il testo di legge consentirebbe infatti “il concepimento di un embrione con gameti (maschio e femmina) entrambi derivati esclusivamente dalla donazione”, avallando, in parole povere, la doppia donazione di gameti. Rigettate invece dalla Commissione le modifiche relative alla possibilità di Pma post-mortem (del coniuge maschio donatore di sperma, ndr), le diagnosi pre-impianto e le donazioni dirette di gameti. Tra i divieti, poi, rimangono invariati quelli relativi alla maternità surrogata, alla selezione dei donatori in caso di Pma, mentre resta l’autorizzazione relativa all’autoconservazione e l’adozione degli embrioni.

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La riforma fortemente voluta da Emmanuel Macron, presidente della Repubblica francese, ha aperto una querelle tutta ‘transalpina’ che, partita dalla destra dei ‘Republicains’ con lo slogan di “Pma sans père“, ha riempito i ‘boulevard’ parigini di oltre 25.000 manifestanti domenica scorsa. Alla protesta pacifica hanno partecipato 22 associazioni che hanno sollevato polemiche quali la possibile commercializzazione di sperma, embrioni e bambini ma anche la delegittimazione del ruolo paterno. Il motto più amato dai manifestanti è stato infatti “Liberté, Egalité, Paternité“.

Infine, tra le voci di spicco contrarie alla riforma bioetica figura anche la Chiesa, con l’arcivescovo di Parigi, monsignor Michel Aupetit che ha dichiarato: “Lo ripeto ancora una volta, un bambino è un dono da ricevere, non un oggetto da fabbricare. L’assenza di un padre è una ferita che si può subire, ma è mostruoso infliggerla volontariamente”. Intanto si attende oggi per l’apertura delle discussioni – che riguarderanno anche il futuro di una ricerca responsabile in ambito genomico – di una riforma che potrebbe cambiare la storia sanitaria francese.

Articolo di Agenzia Dire