Ungheria offrirà alle donne del Paese trattamenti per la fecondazione assistita gratuiti, per combattere il calo demografico nel Paese ritenuto un pericolo visto l’aumento dell’immigrazione. “Se vogliamo bambini ungheresi invece di immigrati, e se l’economia ungherese può generare i fondi necessari, allora l’unica soluzione è spendere quanti più fondi possibili nel sostenere le famiglie e allevare bambini”, ha spiegato il premier ultranazionalista Viktor Orban, che intende promuovere un aumento della popolazione che negli ultimi 40 anni è diminuita costantemente.
Primato della procreazione
Il leader del partito Fidesz è da sempre un acceso sostenitore del primato della “procreazione sull’immigrazione” per affrontare il declino demografico. A dicembre Budapest ha preso il controllo di sei cliniche della fertilità dove dal 1 febbraio verranno offerti trattamenti in vitro gratuiti, anche se non è ancora chiaro quali saranno le donne che vi potranno accedere. Il governo, ha aggiunto Orban, sta anche considerando la possibilità di esenzioni fiscali per le donne che hanno tre figli o più, mentre quelle che ne hanno almeno quattro già usufruiscono di esoneri. Orban ha intensificato la sua retorica anti-immigrazione da quando centinaia di migliaia di rifugiati siriani sono fuggiti dal loro paese dilaniato dalla guerra in Europa nel 2015.
Basso tasso di natalità
Con un tasso di natalità stimato di 1,48 per donna, l’Ungheria è solo uno dei molti Paesi dell’Europa orientale che sta affrontando il declino demografico – dovuto sia a bassi tassi di natalità sia all’emigrazione di persone in età lavorativa verso altre nazioni dell’Ue, con una stima di 1 milione di persone in partenza tra il 2008 e il 2018, secondo le stime dell’Ocse. Secondo le proiezioni la popolazione di 9,8 milioni si ridurrà a 8,3 entro il 2050. In Polonia un problema simile è stato affrontato offrendo ai genitori 500 zloty (circa 120 euro) al mese per ogni bambino.
Articolo di europatoday.it