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“Per le nozze abbiamo chiesto donazioni per la fecondazione assistita”: la storia di Milena e Claudia

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Milena e Claudia si sono sposate dopo il lockdown con la fretta che contraddistingue chi non vede l’ora di dare il via a una nuova vita insieme. A Fanpage.it raccontano il loro amore e la loro storia tra difficoltà e quotidianità. “Ci amiamo da tre anni e adesso raccogliamo fondi per avere un figlio”.

C’erano una volta due ragazze, un prete ribelle che le ha unite in matrimonio, familiari antagonisti e il grande sogno di avere un bambino. La favola di Milena e Claudia potrebbe iniziare così. Sono giovanissime, ma ne hanno già viste tante. Hanno vissuto almeno tre vite in poco più di 20 anni: la prima, per Milena, è quella trascorsa in Campania dove è nata e cresciuta. La seconda è quella iniziata quando ha incontrato Claudia per la prima volta: con lei ha deciso di trasferirsi a Taranto, lì dove si sono sposate e vivono ormai da tre anni. La terza vita, sperano, coinvolgerà anche il bambino che vorrebbero concepire con il metodo ROPA di Fecondazione Assistita. “Perché siamo finite insieme? Penso valga quello che vale per chiunque: abbiamo iniziato a parlarci ridendo e stiamo continuando a ridere – spiega Milena al telefono -.Quando ci siamo incontrate io ero in un’altra relazione, ma ho capito subito che non avrei potuto evitare Claudia per sempre”. A vederle insieme sembra di assistere a uno strano allineamento di astri o al convivere di giorno e notte. Milena, sempre riservata, ligia ai suoi doveri ed estremamente riflessiva. Claudia, dall’altra parte, è solare, giocosa, rumorosa e vive di primi istinti. Alla fine, nonostante il loro essere così diverse, hanno continuato a cercarsi fino a quando non hanno deciso di vivere liberamente il loro amore. “Abbiamo passato insieme qualche giorno a Napoli e lì ho capito che non avevo mai vissuto un sentimento del genere prima. Per lei ho usato la scusa dell’università, per evitare di incorrere nel giudizio di chi condannava il mio orientamento sessuale. I miei genitori non sono d’accordo con questa relazione, anche se sono ormai sposata e stiamo pensando di crescere insieme un figlio”.

Milena spiega che i suoi genitori hanno avuto non pochi dubbi. Per loro è solo difficile comprendere, specifica. “Ci stiamo lavorando” sorride. Le due ne parlano con rassegnazione. “Ormai ci siamo abituate – scherza Claudia -. Io per loro non esiste. Quando si preoccupano, lo fanno solo pensando a mia moglie”. Milena però di non provare a spiegare il comportamento dei familiari proprio non se la sente. Sospira una risata, poi abbozza. “C’è qualcosa di strano nella loro presenza-assenza. Per esempio sono convinti che io sia stata plagiata dalle donne con le quali sono stata e che la mia sia una perversione. Non vogliono più avere a che fare con me, ma dall’altra parte hanno accettato l’invito al nostro matrimonio. Non mi hanno assistito durante i preparativi delle nozze, però quel giorno si sono presentati alla cerimonia. Questo mi fa credere che ci sia un margine sul quale lavorare per poter stare insieme come una famiglia”. Da quando ha scelto di vivere accanto a Claudia, ha dovuto costruirsi una nuova dinamica familiare. Trova conforto negli abbracci della suocera. “Lei non era contenta del nostro amore, ma ha cercato di capire, non ha chiuso le porte a questa relazione – dicono le due al telefono -. Quando ha compreso il bene che volevamo l’una all’altra, si è lentamente abituata a considerare il nostro rapporto come quello di qualunque altro dei suoi figli. Fa bene al cuore ricevere un suo abbraccio. Mi sento come se riavessi mia mamma, perché a me manca”. Sempre lei ha appoggiato le neo-spose in tutto: nella scelta degli abiti da sposa, nell’organizzazione della cerimonia con pochi invitati anche a causa delle restrizioni anti-Covid e in quella del viaggio di nozze. “Quando abbiamo pensato a cosa davvero volessimo per questa festa, è stato facile convergere su un solo desiderio: un figlio. Ormai ci eravamo sposate, siamo insieme e siamo felici. Quello che vorremmo è un bambino. Così abbiamo chiesto ai nostri invitati di fare delle donazioni alla nostra raccolta su GoFundMe. Abbiamo messo quei soldi da parte in attesa di riuscire a raccogliere ancora denaro”.

La fecondazione assistita
“In Italia solo una coppia si è sottoposta al ROPA. Il nome è sicuramente meno complicato del processo: si prendono gli ovuli di una delle due e si impiantano nell’altra. In questo modo potrei avere un figlio con i capelli rossi come Claudia, per esempio. Si tratta di un metodo innovativo che viene attuato in Spagna”. E per poterselo permettere, le due hanno deciso di dare vita a una raccolta fondi su GoFundMe. “Speriamo di ricevere un po’ di sostegno dal mondo di internet. Per il momento ci hanno aiutato i nostri amici con donazioni fatte il giorno del matrimonio. Non abbiamo raccolto molto, ma siamo fiduciose” racconta Milena. E sul desiderio di maternità, è Claudia quella che spende più parole. “A 32 anni sento di non poter affrontare l’argomento con leggerezza. Milena, che ha solo 23 anni, ha ancora tanto tempo davanti a sé per portare avanti una gravidanza. Io invece ho solo questa possibilità. Desidero tanto portare in grembo nostro figlio e quando vedo i miei amici che hanno una relazione eterosessuale parlarne con tanta leggerezza, mi chiedo se è giusto che c’è chi può permettersi di trattare l’argomento come un privilegio e chi invece non può. Da questo punto di vista, l’Italia ha ancora troppo lavoro da fare”. Trovare i soldi per il processo, infatti, è solo la prima sfida: una volta tornate in Italia, Claudia e Milena dovrebbero iniziare una battaglia legale per poter ottenere il riconoscimento di entrambi i genitori. “Servono fondi per l’operazione e servono fondi anche per la conseguente battaglia legale. Tutto per far valere i diritti di un bambino ad avere entrambi i genitori riconosciuti. Però noi siamo sicure di volere questo figlio, soprattutto in questo momento in cui si vive giorno per giorno. Abbiamo questo sogno da tanto tempo, ci siamo dette o adesso o mai più”.

Articolo pubblicato su: https://www.fanpage.it/ di Gabriella Mazzeo

foto di Francesco Marinelli