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Il brusco arresto delle attività di Procreazione Medicalmente Assistita

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Il percorso della Procreazione Medicalmente Assistita è un processo non solo medico ma caratterizzato da una forte connotazione emotiva.

Le procedure di aiuto al concepimento, infatti, coinvolgono la coppia in una potenzialità emotiva del tutto nuova, accumulando emozioni e in certi casi delusioni.

La pandemia di Covid-19 ha avuto brusche conseguenze sulle attività della Procreazione Medicalmente Assistita.

L’Istituto Superiore di Sanità – ISS- ha pubblicato un documento che registra fino al novembre del 2020, 9289 cicli in meno rispetto all’anno precedente e una stima di 1.500 nascite in meno.

I centri di Procreazione Medicalmente Assistita registravano una riduzione globale dei percorsi pari al 34,1%.

Il Dott.re Luigi Montano, andrologo e presidente S.I.R.U., ci racconta come la condizione pandemica abbia contribuito ulteriormente ad abbassare gli indici di natalità in Italia.

“La situazione è più che peggiorata”.

“La gravità di una situazione indica un problema serio che coinvolge le coppie che ricorrono alla Procreazione Medicalmente Assistita per concepire un figlio”

Secondo i dati Iss sulla Procreazione Medicalmente Assistita, si riscontra come il 56,2% degli 89 centri coinvolti nel monitoraggio, abbiano deciso di rinviare il trattamento.

“Sia dal punto di vista generale assistiamo a una contrazione delle attività dei centri di Procreazione Medicalmente Assistita, ma nel dettaglio della procedura tecnica, il sistema risulta fortemente in affanno a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia” continua Montano.

Pandemia che in prima istanza aveva bloccato le attività dei centri che poi sono state riattivate, ma che ha determinato un brusco arresto del processo PMA.

In Italia il 3,2% delle nascite del 2018 sono avvenute grazie alle tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita.

La rivista Acta Biomedica, pubblica in proposito un documento in cui si denuncia l’arresto delle attività di Procreazione Medicalmente Assistita in Italia interpretandolo come una falla del sistema di diritto: “Riteniamo che l’accesso alle tecniche di fecondazione assistita da parte di coppie sterili e infertili debba far parte del diritto alla salute piuttosto che del presunto diritto a diventare genitori o dell’aumento della natalità, evocato anche con lo svolgersi della pandemia di COVID-19