Procreazione assistita: nuove linee guida segnale positivo, resta incognita embrioni congelati
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20 Giugno 2024Una bambina è nata grazie al recupero post mortem dello sperma del papà. La modella australiana Ellidy Pullin, 31 anni, è rimasta incinta quindici mesi dopo la morte del marito snowboarder olimpico, Alex “Chumpy” Pullin, 32 anni, in un tragico incidente mentre pescava in apnea. La bimba assomiglia molto al genitore defunto.
La morte improvvisa
«Era semplicemente una giornata normale – la moglie racconta così il giorno della morte del marito nel podcast Good Mourning (Buon Lutto) – ci siamo svegliati come qualsiasi altro giorno: il sole splendeva, era una bellissima giornata». La coppia è andata a fare colazione insieme la mattina dell’8 luglio 2020, giorno della morte di Alex, prima di separarsi. Ellidy andava a portare a spasso il cane e il marito a pesca subacquea.
Mentre la modella era a casa, la sua vicina la chiamò per avvertirla di un post su Facebook che avvisava la gente del posto della presenza di un corpo portato a riva vicino alla zona in cui Alex era stato visto pescare.
Inizialmente non aveva creduto fosse suo marito ma si è comunque precipitata in spiaggia con la mamma per verificare la notizia. Una volta sulla battigia ha riconosciuto l’atleta olimpico, che aveva perso i sensi ed era annegato in acque poco profonde per aver trattenuto il respiro per troppo tempo.
Come ha fatto a far nascere la sua bambina
Dato che la coppia pianificava di avere un figlio, amici e familiari hanno suggerito ad Ellidy di recuperare lo sperma del marito post mortem 36 ore dopo il decesso, secondo le regole dello stato australiano del Queensland dove si è svolta la vicenda. Sebbene incerta all’inizio, la vedova si è sottoposta al primo ciclo di fecondazione in vitro utilizzando lo sperma del suo defunto marito sei mesi dopo la sua morte. Dopo due cicli, ad ottobre 2021 la modella ha dato alla luce la figlia Minnie Alex Pullin.
La fecondazione assistita dopo la morte
In Italia la fecondazione assistita dopo la morte è illegale. Il caso più recente è quello di Caterina, che dopo la morte del compagno Matteo a soli 28 anni per tumore, desiderava usare lo sperma congelato di quest’ultimo ma le è stato impedito dalla Asl di Firenze. Per la legge, i gameti possono essere conservati per tre anni e devono essere ritirati dallo stesso donatore. Il defunto aveva anche firmato un testamento olografico in cui consentiva di farli ritirare alla compagna che però non è risultato valido in sede giudiziaria.
FONTE LEGGO.IT