Fecondazione assistita, sempre più donne in Europa la scelgono
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Sottoporsi a una procedura di procreazione assistita, o Pma, è un percorso che non si risolve quasi mai al primo tentativo, perché spesso per avere un figlio servono vari cicli. Tante coppie abbandonano e in molti casi i motivi sono (anche) economici: stando a dati presentati all’ultimo congresso della European Society for Human Reproduction and Embriology (ESHRE), le donne con un livello socioeconomico e culturale più elevato hanno una probabilità di avere un figlio con la Pma fino a tre volte più alta rispetto a chi è meno istruita e ha meno disponibilità economiche.
Istruzione e reddito
Non è un mistero che le procedure di Pma siano costose: in attesa che rientrino nei Livelli essenziali di assistenza (dovevano esservi incluse dal 1° gennaio 2024 ma tutto è slittato al 1° gennaio 2025), un percorso seguito in Centri privati può richiedere un investimento cospicuo. Così non stupiscono troppo i dati presentati da ricercatori dell’Università di Copenhagen, in Danimarca, che analizzando quasi 70mila donne che si sono sottoposte a Pma fra il 1994 e il 2017 hanno osservato come il successo sia direttamente proporzionale al reddito e all’educazione della mamma. Le donne con un’istruzione superiore hanno tre volte la probabilità di avere un figlio con la Pma rispetto a quelle con un titolo di studio elementare, le donne con un reddito elevato hanno il doppio di possibilità rispetto alle meno abbienti, quelle con un lavoro tre volte di più delle disoccupate.
Tutto questo accade in un Paese come la Danimarca, dove i primi tre cicli di Pma da gameti freschi sono gratuiti: secondo gli autori, quindi, pesano non soltanto i soldi ma anche altri fattori che portano le donne di livello socioeconomico più elevato a non gettare subito la spugna.
FONTE CORRIERE.IT