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Veronica Ferraro: «I bambini concepiti con la fecondazione assistita sono uguali agli altri. Non esistono gravidanze di serie A e di serie B»

L’influencer e imprenditrice digitale, incinta di quasi sei mesi del suo primo figlio, ha risposto, con una storia Instagram, alle critiche ricevute per essere ricorsa alla fecondazione artificiale

“I bambini concepiti con la fecondazione assistita sono uguali agli altri. La mia gravidanza è uguale alle altre». Veronica Ferraro, influencer e imprenditrice digitale, incinta di quasi sei mesi del suo primo bambino, che aspetta dal marito, musicista e produttore musicale Davide Simonetta, ha risposto, con una storia Instagram, alle critiche ricevute per essere ricorsa alla fecondazione artificiale. «Alcuni pensano che esistano gravidanze di serie A e di serie B, come se il modo in cui un bambino viene concepito potesse in qualche modo influire sul suo valore e sulla legittimità della sua esistenza». Parole forti, che fanno emergere una realtà ancora diffusa: il pregiudizio nei confronti di chi sceglie un percorso di fecondazione assistita.

Oltre alla fatica fisica ed emotiva che questo percorso comporta, chi vi si sottopone si trova spesso a dover affrontare anche lo stigma sociale. Veronica Ferraro sottolinea come «oltre a questo, c’è un sottotesto giudicante, come se la fecondazione assistita fosse un modo “meno naturale” di avere un figlio. Ma perché? È una soluzione medica a un problema biologico, esattamente come qualsiasi altro trattamento per la salute». Un concetto tanto semplice, quanto evidente: «Nessuno si sognerebbe di dire: “Ah, ma lui ha curato la sua malattia con un farmaco”, con lo stesso tono con cui certe persone parlano di fecondazione assistita», aggiunge. L’influencer racconta di essere stata fortunata: «Il primo tentativo di inseminazione è stato un successo». Ma per molte altre coppie il cammino è lungo e complesso. «Molte persone passano anni tra speranze, delusioni e sacrifici prima di riuscire ad avere un figlio, e ridurre tutto a un semplice: “Ah, ma loro hanno fatto inseminazione” è sminuente e ingiusto». La fecondazione assistita non è una scorciatoia, non è un capriccio, non è uno «sfizio» di chi vuole evitare una gravidanza naturale. È una soluzione necessaria per chi vuole un figlio e non riesce altrimenti ad averlo. «Sono piena», scrive, per dichiarare tutta la sua delusione.

La migliore amica di Chiara Ferragni e il marito, autore di tantissime canzoni italiane, tra le quali anche diverse in gara al Festival di Sanremo, si sono sposati lo scorso settembre in una villa vicino a Como e nei mesi precedenti avevano condiviso sui social network la notizia di aver iniziato un percorso di stimolazione ovarica e che dopo le nozze avrebbero proceduto con la Fivet, ovvero la fecondazione in vitro.

In quell’occasione Ferraro aveva raccontato del desiderio di maternità arrivato solo a 34 anni e dell’opportunità di congelare gli ovuli, della quale si sarebbe avvalsa qualche anno prima se ne fosse stata a conoscenza.

Nonostante la consapevolezza del fatto che un concepimento naturale sarebbe stato molto difficile e che la strada che la separava dal suo sogno fosse in salita, non ha mai perso le speranze e ha continuato a ripetere in questi mesi che la sua fosse già una famiglia e che le donne che non riescono a diventare mamme pur volendolo non hanno nulla di cui vergognarsi o colpevolizzarsi.

«Ci proveremo ancora ad avere un figlio, spero sia come te, ma se rimarremo soli, io comunque avrò già vinto tutto», aveva detto a Davide Simonetta nel giorno del loro matrimonio.

FONTE https://www.vanityfair.it/