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Procreazione assistita record, superati i 15mila parti. Ma diminuiscono i gemelli: ecco perché

Dati in aumento nel 2023, mentre calano il numero delle gravidanze multiple tra chi ha fatto la pma, ora entrata nei Livelli essenziali di assistenza

Continua a crescere il numero di parti ottenuti grazie alla procreazione medicalmente assistita (pma). Nel 2023 sono stati più di 15 mila, cioè il numero più alto da quando viene utilizzata questa tecnica nel nostro Paese. Nel giro di una decina d’anni il dato è raddoppiato. I bambini nati grazie alla pma sono ormai oltre 16 mila, visto che ci sono stati parti gemellari, comunque in netto calo rispetto agli anni precedenti. I dati, ovviamente, non tengono conto di coloro che vanno all’estero a fare soprattutto la fecondazione eterologa. Si tratta di migliaia di persone ma non sono disponibili numeri ufficiali.

Quasi il doppio rispetto al 2013

La pma è di recente entrata nei Lea, i Livelli essenziali di assistenza. Deve essere gratuita (o comunque richiedere solo il pagamento di un ticket) per tutti i cittadini italiani. Per questo ci si aspetta una nuova crescita delle procedure. Secondo il rapporto sull’assistenza al parto del ministero alla Salute, nel 2023, sono stati 15.085 i parti ottenuti grazie alla pma, circa il 5% in più dell’anno prima. Nel 2013 il dato era di 8.300, quindi appunto quasi della metà. Quasi il 4% delle gravidanze totali sono state ottenute grazie alla procreazione medicalmente assistita. “La fecondazione in vitro, con trasferimento di embrioni in utero – scrivono dal ministero – riguarda il 47.7% dei casi”. Tra questi ci sono anche quelli risolti con la fecondazione eterologa, che prevede l’utilizzo dei gameti di una terza persona.

Il caso parti gemellari

Negli anni c’è stato un cambiamento significativo riguardo ai parti gemellari. Un tempo erano molto più frequenti tra chi faceva la pma, perché venivano trasferiti nell’utero della donna più embrioni ottenuti in vitro. Fino al 2009, tra l’altro, la legge obbligava il contemporaneo impianto di tutti gli embrioni prodotti, fino a un massimo di tre. Quando quella disposizione è caduta dopo uno dei tanti ricorsi sulla norma accolti dalla Corte Costituzionale, i centri si sono lentamente adeguati e oggi, anche per il perfezionamento della tecnica che aumenta le possibilità di ottenere una gravidanza, si impianta quasi sempre solo un embrione. E infatti nel 2023 il 6,9% dei parti è stato gemellare, contro il 21% degli anni anni tra il 2012 e il 2015. Restano grandi differenze tra Regioni. Si fa infatti da oltre il 14% di parti gemellari sul totale della Puglia (ma sopra il 10% ci sono anche Campania e Sicilia), al 2-3% di Umbria, Liguria e Piemonte.

Le caratteristiche delle madri

Sempre nel rapporto del ministero vengono analizzati dati sulle madri. “Si osserva una maggiore frequenza di parti con procreazione medicalmente assistita tra le donne con scolarità medio alta, 5,8%, e tra le donne con età superiore ai 35 anni. La percentuale di parti con pma aumenta al crescere dell’età, in particolare è pari al 19,2% per le madri con età maggiore di 40 anni”.

FONTE https://www.repubblica.it/